Una miracolosa missione... virtuale - Highlands Institute - Istituto Paritario con Indirizzo Internazionale a Roma, scuola cattolica

Una miracolosa missione… virtuale

22 Apr 2020

Una miracolosa missione… virtuale

Categorie: Highlands Institute,

L’esperienza di una nostra ex alunna, volontaria di Gioventù Missionaria, nelle Missioni di Settimana Santa… quest’anno in un’edizione davvero speciale!

Gioventù Missionaria è un apostolato del Regnum Christi che coinvolge giovani dai 18 ai 30 anni in attività volte all’evangelizzazione della società o di carattere umanitario in Italia e all’estero, combinando spiritualità, vita di preghiera, avventura e volontariato. Tra i vari appuntamenti, grande importanza è data alle missioni che si svolgono ogni anno nel periodo della Settimana Santa. Solitamente, ragazzi da quasi tutta Italia si danno appuntamento nella provincia di Firenze per sostenere le attività di alcune parrocchie e vivere l’attesa della Pasqua insieme. In questa occasione si organizzano diverse attività tra cui visite a case di riposo e incontri con le famiglie delle diverse comunità parrocchiali.

Quest’anno avevo riposto grandi aspettative per la mia seconda missione di Settimana Santa. Non vedevo l’ora di partire, stringere nuove amicizie e indossare la mia maglia di Gioventù Missionaria. Poi è arrivata la notizia della quarantena e ci siamo improvvisamente ritrovati ad organizzare delle missioni “virtuali”. <<Ma come si potranno mai fare queste missioni “virtuali”? Chi mai ci vorrà aprire le porte di casa per delle visite telematiche?>> All’inizio eravamo tutti un po’ scettici, ma abbiamo avuto modo di ricrederci e stupirci.

Ci sono tante cose che potrei scrivere su questa esperienza…

Sicuramente sono stata toccata dall’entusiasmo dei ragazzi che partecipavano alle missioni per la prima volta. Mi ha colpito molto la loro disponibilità e vederli così presi e allegri mi ha trasmesso una profonda serenità. Mi ha sempre colpito la luce che hanno alcune persone negli occhi, la gioia che emanano. Oramai sono sempre più abituata a coetanei “spenti”, esistenzialmente pigri. I compagni che ho incontrato, invece, hanno saputo essere una vera ventata d’aria fresca.

Inoltre, le video-chiamate ad anziani e famiglie sono state un vero successo. Abbiamo conosciuto persone da tutta Italia, ognuna con la sua storia. In particolare, mi ricordo del signor Pietro che mi ha raccontato quasi tutta la sua vita e mi ha fatto capire quanto sia importante guardarci attorno con occhi gioiosi e colmi di speranza, anche difronte alle situazioni più dolorose. Mi è però rimasta impressa più di tutti una bambina di nome Delia. Vive a Bisacquino, vicino Palermo, con i suoi genitori e il suo fratellino. Ha dieci anni ed è molto sveglia. Dopo la seconda chiamata con loro, sua madre ha condiviso con me e i miei compagni di squadra il desiderio di Delia di voler diventare una missionaria proprio come noi. Mi ha ricordato quando anche io da piccolina, tra i banchi dell’Highlands, sentivo delle esperienze dei giovani missionari e speravo con tutta me stessa di partire un giorno insieme a loro. Sono cresciuta in una scuola del Regnum Christi, la mia seconda casa, tra NET, Cima ed ECyD e per me far parte di Gioventù Missionaria in questo periodo di emergenza COVID-19 è motivo di fierezza e felicità. Spero tanto che Delia arrivi a coronare il suo desiderio, come ho fatto io.

Non nascondo che anche queste missioni si siano rivelate impegnative e stancanti, ma credo che l’impegno di tutti noi abbia dato i suoi frutti. La fatica passa in secondo piano quando ci si rende conto di aver lasciato qualcosa nel cuore degli altri. Ma ciò che più mi colpisce è che in realtà sono le persone che abbiamo visitato ad averci lasciato qualcosa. È un senso di pace, una calma interiore. L’affetto con cui in molti ci hanno accolto era inaspettato. Siamo partiti con il proposito di portare loro una luce di speranza e siamo tornati carichi di bei momenti, risate, consigli, condivisioni e quant’altro. A volte è proprio vero che c’è molta più gioia nel dare, nel donarsi, nel dedicare tempo agli altri.

La mattina di Pasqua abbiamo avuto un ultimo incontro tra missionari romani. Ci siamo detti grazie. Grazie per la pazienza, per l’impegno, per le lacrime di commozione, per il tempo dedicato alle missioni e per tanto altro. Sinceramente credo che questa missione “virtuale” abbia lasciato molti frutti, forse più di una missione “reale”. Non so se sia la situazione di emergenza nazionale che abbia unito così tanto le persone attraverso le diverse generazioni, ma so per certo che la riuscita di queste missioni è stata un vero miracolo!

Gioia

 

Guarda il video che racconta l’esperienza delle Missioni di Settimana Santa 2020: